Finirà così. Finirà che tra un bambino africano e uno cinese, tra piazze, albe e campanili, alle prossime politiche ci toccherà dover scegliere tra un Berlusconi e l’altro.
Ci toccheranno finali raccapriccianti sulle note di Forza Italia, pieni di bontà e immaginazione, e a scuola si dovranno imparare a memoria non più i versi di Dante, ma quelli sacri di Alessandro Baricco. Tutti diverranno umanamente solidali ed disumanamente ecologisti, avrà inizio l’epopea romanzata del pubblico e del sociale, con tanto di dedica inaugurale di Walter Veltroni, da poco asceso al soglio pontificio. Le veline entreranno in politica e Roberto Benigni verrà scomunicato per incitamento alla reazione.
Le memorie fiumane ci riporteranno al matrimonio tra uomini e tra donne, e a solenni funerali per cani e gatti, col beneplacito di Stefano Gabbana. Sarà la tragicomica di Vittorio Feltri, l’apoteosi del berlusconismo.
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